Negli ultimi dodici mesi, l’intelligenza artificiale ha accelerato enormemente il suo sviluppo, passando da una fase di sperimentazione a una di ottimizzazione concreta.
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Anche quest’anno abbiamo partecipato all’AI Festival, evento organizzato da We Make Future. La differenza più eclatante tra le due edizioni è che mentre l’anno scorso il focus era ancora sulla sperimentazione e sulle opportunità da esplorare, oggi il dibattito si è spostato su un tema più concreto: non si tratta più di se adottare l’AI, ma di come implementarla nel modo più efficace e strategico.
L’evento è stato quindi un’occasione per ascoltare visioni diverse, raccogliere dati e sfatare qualche mito che ancora frena molte aziende. Tra i temi più discursi è emerso:
Partiamo con dei dati concreti:
Nonostante però questi numeri enormi, è però emerso che molti Manager sono ancora fermi. Ma dove sorge tutta questa incertezza?
Marco Giletta di Oracle, nel suo intervento ha portato alla luce tre delle grandi paure che ad oggi bloccano le aziende nell’adottare l’AI:
Un concetto chiave emerso dal festival è che senza dati e cloud, l’AI non può esprimere il suo potenziale.
Marco Giletta di Oracle ha sintetizzato questa idea con una frase efficace: “L’AI non è il motore del successo aziendale, lo sono i dati. Ed è proprio qui che molte aziende sono in difficoltà”.
Infatti, le aziende che oggi stanno facendo davvero la differenza hanno investito in due asset fondamentali:
- Una strategia dati solida, con dati puliti, strutturati e accessibili
- Un’infrastruttura cloud scalabile, capace di elaborare enormi volumi di informazioni e supportare modelli AI avanzati
Senza questi due pilastri, l’AI è solo un esperimento isolato che non porterà mai valore concreto.
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Con l’entrata in vigore dell’EU AI Act, il rapporto tra intelligenza artificiale e regolamentazione è diventato un tema centrale per le aziende.
Guido Scorza, membro del Garante per la Protezione dei Dati Personali, ha portato un punto di vista interessante: le regole non sono un freno, ma una bussola. Senza una governance chiara, l’AI rischia di diventare un gioco per pochi giganti, minando la concorrenza e creando enormi squilibri di potere. Quindi, più che di ostacoli, dovremmo parlare di opportunità per un’innovazione più equilibrata e sostenibile.
EU AI Act: cosa cambia per le aziende
Luana Lo Piccolo, esperta di governance AI, ha spiegato con un approccio molto pratico i quattro livelli di rischio previsti dal regolamento:
Per le aziende, questo significa una cosa chiara: non si può più parlare di AI senza parlare di responsabilità. Chi saprà muoversi nel modo giusto, però, potrà trasformare la compliance da obbligo a vantaggio competitivo.
Non è un caso se aziende come Google, Microsoft e IBM stanno già investendo in comitati etici interni e processi di audit AI-driven. La vera sfida non è scegliere tra regole e innovazione, ma trovare il giusto equilibrio per costruire un futuro solido.
Sul tema AI e occupazione da anni ci sono tanti pareri opposti; c’è chi parla di una rivoluzione positiva e chi teme una perdita di posti di lavoro su larga scala. Ma la verità sta sempre nel mezzo.
Sveva Basirah, Senior PR Manager di Fiverr, nel suo speech ha condiviso un dato che non lascia indifferenti:
(Fonte: World Economic Forum - The Future of Jobs Report 2025)
Non si tratta quindi di una sostituzione, ma una trasformazione e chi saprà adattarsi ma potrà perfino migliorare le proprie prospettive di carriera. Le aziende infatti stanno già premiando chi utilizza l’AI in modo efficace, con aumenti salariali che possono arrivare fino al 25% in più (questo negli USA)
Per cavalcare quest’onda, è bene quindi:
Il punto è chiaro: il lavoro non sta scomparendo, sta cambiando. E la vera domanda non è se l’AI sia una minaccia o un’opportunità, ma come possiamo sfruttarla al meglio per far crescere competenze, team e aziende.
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L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il modo in cui i consumatori scoprono, valutano e acquistano prodotti online. Il processo decisionale è sempre più influenzato da sistemi avanzati di ricerca, personalizzazione e raccomandazione, rendendo il marketing più mirato ed efficace.
Alcuni dati dimostrano l’impatto di questa trasformazione:
Questi dati ci fanno comprendere che l’adozione dell’AI impone alle aziende un cambio di paradigma nel marketing e nella gestione della customer experience. La visibilità online, la pubblicità e l’e-commerce devono essere ripensati per adattarsi a un ecosistema sempre più guidato dall’intelligenza artificiale.
Dopo due giorni di approfondimenti, confronti e analisi dei dati, emergono alcuni punti chiave da tenere a mente:
Se vuoi approfondire le ultime evoluzioni dell'AI e confrontarti su come applicarla al tu contesto aziendale, puoi sempre contattarci al form dedicato o prenotare una call con un nostro esperto.